Lunedì 16 dicembre. Per il recupero della quarta giornata,
sono scese in campo Bologna e Napoli. La mancata rivalità tra territori
lontani, questo match scarico da secoli di storia, questo poco sentito derby
gastronomico di pizza margherita e babbà contro tortellini e quell’altra
specialità bolognese che finisce in “ini” … hanno finito con l’incidere su una
partita agonisticamente accesa ma tecnicamente opaca. E pensare che per i
partenopei la gara si presentava con auspici che definire buoni è dir poco. Ai
campani bastava infatti una vittoria sculata fori casa, o anche solo un
pareggio, per chiudere il girone d’andata davanti a tutti. Però, si sa, il calcio è una giostra, i calcinculo sono una
lotteria e i “tirapiedi” sono ovunque. Sugli spalti, ad esempio, almeno una trentina di matrice interista e filo-genoana.
BOLOGNA-NAPOLI: 7-6
Successo importante per il Bologna, che ritrova una vittoria
che mancava dalla prima giornata. Decisiva la zampata di testa di Ciccio De Iacovo nel
finale. Prestazione opaca invece per il Napoli che perde malamente l’occasione
di laurearsi campione d’inverno.
I partenopei si presentano sul terreno di gioco con una buona mezzora di ritardo. L’arbitro -la cui voglia di arbitrare non è tra le migliori ogni volta che c’è da dirigere il Bologna- rigira alla squadra emiliana la scelta sulla eventuale vittoria a tavolino, a sorpresa però i rossoblù chiedono di giocare… così Martino Santoro e Francesco Tarantini si cambiano, passano altre tre ore, e poi finalmente si comincia. Si capisce sin dalle prime battute che la voglia di correre tra i napoletani è scarsuccia, se possibile inferiore anche a quella dell’arbitro di arbitrare.
I partenopei si presentano sul terreno di gioco con una buona mezzora di ritardo. L’arbitro -la cui voglia di arbitrare non è tra le migliori ogni volta che c’è da dirigere il Bologna- rigira alla squadra emiliana la scelta sulla eventuale vittoria a tavolino, a sorpresa però i rossoblù chiedono di giocare… così Martino Santoro e Francesco Tarantini si cambiano, passano altre tre ore, e poi finalmente si comincia. Si capisce sin dalle prime battute che la voglia di correre tra i napoletani è scarsuccia, se possibile inferiore anche a quella dell’arbitro di arbitrare.
I Bolognesi scendono in campo con lo spirito di chi deve acchiappare l’ultimo pullman della Sita e avendolo perso alla Madonnina si piazza all’angolo di via Roma. Ultima chance per gli emiliani di attaccarsi al gruppone di testa della classifica. Roba che sulla carta avrebbero potuto accontentarsi del pari. La vittoria è grasso che cola. Nelle fila azzurre sono assenti Giuseppe Mazzone per “vuasciazza” , e Francesco D’Angelo perché pensava che il lunedì fosse ancora domenica per via del fatto che alla Tv davano Roma-Milan. Il Napoli insomma è al minimo dei suoi effettivi, e quelli presenti sono con la testa altrove. Volpe appare senza smalto, per un brasiliano abituato alle temperature calde, misurarsi con i 5° gradi centigradi è sempre complicato. Tarasco sembra un po’ giù di morale perché non è riuscito a spendersi i soldi del Verona che aveva preso in consegna. Tarantini s’è dimenticato di mettersi la canotta “sono figo e somiglio a Nek” e si pone il problema di come esultare in caso di gol.
Nei primi dieci minuti sembra una partita normale, aperta,
equilibrata. Il Bologna fa qualcosa in più del Napoli, anche perché fare qualcosa
di meno significherebbe avere due squadre barricate davanti alla porta e 50
metri di vuoto in mezzo al campo. La compagine di Maurizio Bianco parte con il
piglio giusto: al 5′ segna De Iacovo, un minuto più tardi raddoppia Conte che fa l’eurogol, indovinando il tiro al volo e superando
con una gran giocata il portiere azzurro Guarino. Nel corso del match riproverà
altre 16 volte l’acrobazia lisciando puntualmente la fortuna. Passano pochi secondi
e il Napoli prima accorcia le distanze e poi trova il pareggio con Tarantini, che si fa largo con una bella azione
personale. Reagiscono i rossoblù: Guarino anticipa con i pugni De Iacovo, sulla
ribattuta Bianco la mette sotto il sette. Pareggia nuovamente il Napoli con una
bella azione personale di Volpe, che salta Maggiore, entra in area e con un
tocco sotto sorprende Luca Ricciardi sul proprio palo. Sul finire del primo tempo è
nuovamente Conte a riportare in vantaggio il Bologna con un gol di rapina
sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
C’è ancora il recupero però, e nel recupero talvolta ci
sono attimi che ripagano di tutto... momenti magici che premiano lo sforzo, la
fatica, la costanza, l’abnegazione, in una parola: il merito. Poi ce ne sono
altri di momenti, tipo questo: Santoro imposta, Tarantini per la prima volta nei novanta
minuti si ricorda che con lui in campo ci sono altri 4 coglioni con la maglia
azzurra e passa la palla, Gianvito Volpe apre per Tarasco sulla sinistra, il portiere è fuori
causa, la porta è vuota, Tarasco è mancino e la palla gli finisce proprio li,
sul piattone sinistro…..... fuori. Tarasco la calcia meschinamente Fuori. E’ il calcio
bellezza: live it or leave it.
Il MIGLIORE Francesco De Iacovo (Bologna), voto 7. Al Bologna nei primi dieci minuti non è sembrato vero di dover aspettare il Napoli, che da par suo ha giocato (si fa per dire!) di rimessa. Peccato solo per quella sgradevole formalità che richiede che per vincere una partita si debba anche segnare. Certe volte veramente ci si perde dentro la burocrazia, queste cose ottocentesche che per vincere tocca segnare, così Luca Ricciardi para l’imparabile mentre gli attaccanti rossoblù sbagliano l’impossibile. Per fortuna ci pensa De Iacovo a realizzare sia il gol che sblocca la partita, che quello che definitivamente la chiude. Un colpo di testa tra tre avversari. Salta in mezzo a Rucci, Santoro e Guarino a braccia tese e di testa la mette sotto il sette. PROVVIDENZIALE.
IL PEGGIORE Francesco Guarino (Napoli), voto 5. Prova
incolore dell’estremo difensore azzurro, questa settimana gli sono stati
diagnosticati alluce valgo, ernia iatale, onicomicosi, labbro leporino, inestetismi delle palle e…. di conseguenza, ha disputato la sua peggior partita
da quando è al Napoli. Resta, con un gol in più rispetto all’interista Cantore,
il corsa per il titolo di portiere meno battuto del campionato. Questa partita
però proprio non gli riesce, e rischia di rimanergli indigesta come un Pandoro
fuori stagione. Il pallone più importante della gara gli sfugge dalle mani come fosse una saponetta. DISTRATTO.
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